Green Pass anche nel 2022 per sale giochi, sale scommesse, sale bingo. Al lavoro tecnici e Governo. La CGE boccia ricorso contro la Certificazione Verde. Il DOCUMENTO ORIGINALE

Tecnici e Governo al lavoro sulla possibile estensione del Green Pass per avere accesso ai luoghi di lavoro.  Per cercare di arginare un possibile ritorno del Covid, visto che i contagi e i ricoveri sono in leggera risalita, si starebbe pensando di estendere l’obbligo del Green Pass almeno fino alla prima metà del 2022. La Certificazione Verde, che dovrebbe scadere alla fine di dicembre con il termine del periodo emergenziale, potrebbe quindi essere necessaria anche nell’anno nuovo.

Il Green pass dovrebbe andare in pensione a fine dicembre, così come lo stato di emergenza. A scadere sarebbero anche tutte le norme relative al certificato verde e l’obbligo di esibirlo dove attualmente richiesto. La possibilità di estendere l’obbligo del Green Pass per avere accesso ai luoghi di lavoro, tra i quali quindi anche sale giochi, sale scommesse e sale bingo, potrebbe essere presa in virtù di due fattori. Prima di tutto perché il Green Pass sembra funzionare bene nel cercare di arginare la diffusione del virus. In Italia infatti la situazione è migliore rispetto ad altri Paesi. In secondo luogo perché l’obbligo della Certificazione Verde ha dato una spinta in più alla campagna vaccinale, dove l’86% della popolazione, ovvero 46,5 milioni di italiani over 12, ha ricevuto almeno una dose di vaccino.

Nel frattempo la Corte di Giustizia Europea ha respinto il ricorso, presentato da alcune persone tra cui un cittadina italiana, per sospendere le regole comunitarie che regolano il Green Pass. Nel ricorso veniva chiesto di sospendere, almeno temporaneamente, le regole del Green Pass in attesa di un pronunciamento definito della Corte. Il gruppo di persone che si erano rivolte alla CGE, sostenevano nel ricorso che il Certificato Verde creasse discriminazione tra persone vaccinate e non vaccinate e che sia una violazione della libertà personale garantita dall’articolo 6 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. Il Presidente del Tribunale Marc Van der Woude ha sostenuto, nell’ordinanza che: “nessuna argomentazione dei richiedenti dimostra il carattere manifesto della violazione denunciata e – in merito alla presunta discriminazione tra persone vaccinate e non vaccinate – il possesso dei certificati previsti dal regolamento non è condizione necessaria per l’esercizio alla libera circolazione”. Si rimarrà comunque in attesa del giudizio definitivo sul ricorso. lp/AGIMEG

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