Tar Lazio: “Sisal deve versare 24 milioni all’Erario non spesi per attività di comunicazione”

Sisal dovrà versare oltre 24 milioni di euro all’Erario per finalità di comunicazione e informazione. Lo ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dalla stessa concessionaria per chiedere l’annullamento della nota con la quale l’Agenzia delle Dogane a metà dicembre dello scorso anno aveva chiesto il pagamento.

Tutto ha inizio nel 2009, quando Sisal sottoscrisse con Adm una convenzione (prorogata nel tempo) secondo la quale, tra l’altro, il concessionario “per la realizzazione degli interventi di comunicazione ed informazione, si impegna espressamente a stanziare, a decorrere dall’avvio della concessione, un importo annuo, pari al valore percentuale della raccolta dell’anno precedente di 1,82% indicato nell’offerta economica”.

Il 18 dicembre 2020, l’Adm, analizzando l’arco temporale compreso tra il 1° luglio 2018 (sostanzialmente coincidente con la scadenza naturale della concessione) e il 31 maggio 2020 (data, quest’ultima, a cui risaliva l’ultima rendicontazione dei giustificativi di spesa presentata), concluse che Sisal non aveva speso per le iniziative di comunicazione ed informazione una somma pari a 24.288.420,22 euro. Da ciò, la richiesta di versamento, poi contestato in tribunale – riporta l’Ansa.

Il Tar, premettendo che “sotto il profilo della natura giuridica, lo stanziamento per le attività di comunicazione e informazione dei giochi rappresenta una spesa di scopo in quanto è vincolata agli scopi istituzionali indicati dall’AAMS nella Convenzione” e che “le somme raccolte tramite il gioco entrano nella disponibilità del concessionario e questi poi è tenuto a investirle, nei limiti della quota offerta (1,82%), nella campagna di informazione e di comunicazione secondo il ‘piano dei progetti e delle iniziative’” concordato, ha ritenuto che la somma in questione rappresenta “parte del gettito del gioco che il concessionario ha riscosso presso il pubblico. Il che conduce ad affermare che, in caso di mancato investimento della somma vincolata, la stessa andrà restituita all’Erario”.

Secondo il Tar, quindi, “l’amministrazione ha correttamente agito nel richiedere, con la nota del 18 dicembre 2020, la restituzione delle somme provenienti dalla raccolta del gioco di cui il concessionario non ha dimostrato, come era suo onere, l’investimento nelle campagne di informazione e comunicazione”.

A quanto appreso da Agimeg la questione sarebbe comunque tutt’altro che risolta. Sisal dovrebbe infatti fare ricorso visto il mutato quadro normativo, derivante dal Decreto Dignità, che di fatto ha bloccato qualsiasi forma di pubblicità legata al gioco pubblico. lp/AGIMEG

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