Tar Lazio: nessun rimborso per DPCM su chiusura sale giochi. Sospensioni “compensate da svariati ristori”
I DPCM sono legittimi e di conseguenza anche le chiusure delle sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò e quindi non ci possono essere rimborsi.
È quanto ha stabilito il TAR Lazio in seguito ad i ricorsi intentati da sette aziende di gioco contro le chiusure imposte durante la pandemia dai DPCM del governo.
Secondo i giudici inoltre i ricorsi sono improcedibili per sopravvenuta carenza d’interesse, avendo esaurito i loro effetti.
Il tribunale amministrativo ha però anche sottolineato che le “sospensioni imposte dal governo venivano compensate con l’elargizione di svariati ristori per le imprese coinvolte, volti a mitigare le inevitabili conseguenze negative dei provvedimenti impugnati. Ciò vale in particolare per i lavoratori che, attraverso vari ammortizzatori sociali, vedevano solo parzialmente compressa la propria retribuzione”.
Ci sarebbe stato quindi un “equo bilanciamento dei contrapposti interessi coinvolti: essi non appaiono viziati da illogicità o incongruità, essendo stati adottati all’esito di puntuali istruttorie, risultando idonei (almeno in astratto) a contenere quanto più possibile i contagi, in un quadro emergenziale straordinario, imprevedibile e in continua evoluzione”. Per il Tar quindi i decreti impugnati sono legittimi ed è “infondata la domanda risarcitoria”. sb/AGIMEG
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